Il tunnel Mortara proseguirà ad ovest?

Da un articolo de LaStampaWeb del 29/8/2010:

Il riordino della viabilità nell’area di Torino Nord -il quadrante interessato dalla «Variante 200» contenente le linee-guida per ridisegnare l’ultima, grande valvola di sfogo della città-, passerà anche attraverso il «riciclo» delle vecchie strutture industriali della Torino che fu: alcune salvaguardate come esempio di archeologia industriale; altre, la gran parte, demolite per fare spazio ad aree verdi e nuovi complessi residenziali. Qualcuna in attesa che venga deciso il suo destino.

E’ il caso del tracciato ferroviario interrato compreso tra via Pier Luigi Nervi e corso Potenza, parallelo a via Pianezza, che il Comune pensa di richiamare in servizio: questa volta a uso viabile. Quanto resta della vecchia linea che -negli anni in cui Torino poteva legittimamente fregiarsi del titolo di «capitale industriale»- pompava come un’arteria ferro e gomma da rifondere nel cuore propulsivo della città, restituiti dopo il trattamento sotto forma di laminati e nuovi prododotti pronti per essere immessi sul mercato. Teksid, Vitali, Valdocco (ex-Ferriere), Ingest, Michelin... Ad ogni nome corrispondeva uno stabilimento. I meno giovani ricordano ancora la polvere rossa, quasi impalpabile, depositata ovunque, e l’andirivieni incessante dei treni e dei camion -dalla zona di via Pianezza allo scalo Valdocco, e viceversa-, incaricati di rifornire giorno e notte i forni: con le pareti delle case che tremavano ad ogni passaggio.

Ora il retaggio di quel passato industriale, quanto resta della vecchia linea ferroviaria, potrebbe tornare utile. Con una premessa: il reimpiego del tunnel, largo 12 metri e lungo oltre un chilometro, rimanda a un ridisegno complessivo della viabilità già avviato, prologo di una trasformazione urbanistica senza precedenti. Il primo atto è stata la demolizione della sopraelevata che correva da corso Vigevano a corso Mortara, scavalcando piazza Baldissera grazie alla colossale «ciambella» in cemento armato, e la sua sostituzione con la viabilità a raso. Soluzione transitoria -spiega Biagio Burdizzo, direttore della Divisione Mobilità-, in attesa di estendere fino a piazza Baldissera e a corso Vigevano il nuovo tunnel costruito tra corso Potenza e corso Mortara. L’incognita rimanda ai finanziamenti che, per ricorrere a un eufemismo, languono.

Vale anche per il tratto superstite della vecchia linea ferroviaria alle spalle di corso Potenza, inutilizzata da qualche decennio e ora oggetto delle attenzioni di Palazzo civico. Non è un caso se nei giorni scorsi gli uffici della Mobilità hanno fatto un sopralluogo nel tunnel sotterraneo, con i due imbocchi seminascosti dalla vegetazione, scattando una serie di fotografie e constatandone le buone condizioni. Obiettivo: collegarlo a quello nuovo, inaugurato di recente, per farci passare le auto. Un intervento, due risultati: dare senso compiuto ai lavori già realizzati e alleggerire il traffico lungo via Pianezza. Conferma Maria Grazia Sestero. «E’ un ragionamento in prospettiva, subordinato alle risorse -spiega l’assessore alla Mobilità-. Ma l’orientamento è questo. Possiamo contare su un’opera già realizzata e che, alla luce del ridisegno generale della viabilità, ha una sua logica». Ipotesi guardata con favore da Paola Bragantini, presidente della quinta circoscrizione.

Il tunnel -nel quale transitavano i treni ma anche i camion- ha una larghezza rispettabile: 12 metri. Il suo reimpiego ad uso automobilistico sarà subordinato a una serie di lavori preliminari -rifacimento del piano di calpestio, sistema di illuminazione, ventole per garantire il ricambio dell’aria- e alla disponibilità dei quattrini. In base alla stime del Comune, la spesa potrebbe superare i 5 milioni: una sfida di cui dovrà farsi carico la prossima amministrazione.

Alessandro Mondo

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L'inquadratura punta a sud e ritrae parte dell'area Vitali del parco Dora, il grattacielo Intesa-SanPaolo, la torre di piazza Statuto, l'ex grattacielo RAI di via Cernaia, il campanile alto 83 metri della chiesa Santa Zita, sullo sfondo il grattacielo della Regione Piemonte e, quando sereno, parte delle Alpi.


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